È l’anno del bicentenario della morte di Giacomo Casanova, e gli Antichi non potevano non celebrarlo a dovere, dedicando al grande veneziano quasi tutte le loro iniziative. A cominciare dagli undici giorni del Carnevale veneziano, dove spicca, tra le molte iniziative, uno spettacolo di Bustric dedicato alle avventure di un Casanova adolescente. Il 4 giugno, alla scadenza esatta del bicentenario, la Calza dedica una non-stop di sei ore a Casanova in campo San Maurizio, con la partecipazione di Norberto Midani nei panni del grande amatore, la cui figura viene ricordata anche a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, a Ca’ Zenobio e al Redentore. La Calza si reca poi tre volte in Emilia-Romagna, a Cervia, a Zocca e alle feste medievali di Brisighella, e porta il suo spettacolo del merdassèr sotto il tendone degli allevatori di Vancimuglio.
1998 - Il Merdassèr e l’elogio del letame
FRA LE MOLTE, spesso comiche, singolari e strampalate imprese della Calza, quella inscenata il giorno della Befana del 1998 sotto il tendone di Vancimuglio, in provincia di Vicenza, eretto dagli allevatori in lotta per la questione delle quote-latte, va senz’altro annoverata fra le più bizzarre. Anche perché, tra l’altro, segna l’ingresso nella Compagnia di uno dei più curiosi personaggi che l’abbiano mai frequentata, il ragionier Carlo R. Bullo (R. sta per ragazzo) che si presentò a Vancimuglio nelle vesti di attendente del Merdassèr e poi divenne, anche dopo l’uscita di scena del Merdassèr medesimo, una delle colonne portanti degli Antichi.
Dunque, il pomeriggio di martedì 6 gennaio, sotto il tendone degli allevatori di Vancimuglio, ribattezzato per l’occasione «Palaletame», gli Antichi hanno messo in scena lo spettacolo «Il Ritorno del Merdassèr, ovvero l’Elogio del Letame», una «brillantissima farsa di Maurizio Bastianetto – recitava il manifesto – per l’interpretazione di lui medesimo». Un’idea partorita dal genio del Direttore Artistico degli Antichi, Bob R. White, che spiegava come la Calza sin dalla sua fondazione abbia dedicato alcuni dei suoi eventi più singolari al tema richiamato dal titolo dello spettacolo. «Non potevamo restare indifferenti – diceva – all’irrompere del nobilissimo elemento denominato volgarmente letame, sulle autostrade e sulla scena politica e sociale del paese». L’allusione era a un potente lancio di letame da un’autocisterna con cui gli allevatori avevano sommerso le forze di polizia che tentavano di impedire loro l’occupazione dell’autostrada. «Non potevamo non cogliere l’afflato fortemente innovativo dell’evento – spiegava Bob R. White – e parimenti intriso di colti e antichissimi richiami storici, derivanti dai moti dei secoli antichi quando il popolo oppresso e spesso deriso e vilipeso altre armi per l’appunto non aveva per opporsi alle prepotenze dei tiranni e dei potenti».
Di qui la decisione, presa in accordo con il Cospa, l’associazione degli allevatori del presidio di Vancimuglio, di portare al «Palaletame» una recita straordinaria dello spettacolo forse più celebre in materia dato in tempi moderni: quel «Ritorno del Merdassèr» di Maurizio Bastianetto, attore, guitto e saltimbanco, che già infiammò le platee dei carnevali veneziani e che l’anno scorso aveva trionfato in Grecia al festival di Salonicco. Con Bastianetto, autore e interprete, presero parte all’inverecondo spettacolo gli artisti della Calza Bruno Bonometto, Aldo Colferai, Cleonice Silvestri, Grazia Maran, Daniela Barovier, Gianni Matteucci, Nadia e Massimo Venturi, Sandra Vigarani, con la partecipazione straordinaria di Guerrino «El Lovo» Lovato. Nell’occasione la Calza lanciò anche un bando di concorso internazionale per la costruzione della «Formidabile Machina che buta la merda sora i copi». Degli esiti di questo concorso non si è più avuta notizia.
Larga eco ha invece avuto lo spettacolo su tutti i mezzi di comunicazione. «Nel tendone si fa anche teatro: di scena il Merdassèr, l’elogio del letame» titola a tutta pagina «Il Gazzettino» del 3.1.1998, che nell’edizione del 7.1.98 racconta che la Calza «ha riempito all’inverosimile il tendone degli allevatori». «Uno spettacolo che ha divertito molto i presenti» scrive «Il Mattino di Padova» del 7.1.98. «La Calza ha ottenuto l’effetto di trattenere sotto al tendone una folla di persone che non sono riuscite a evitare applausi e risate tra una battuta e l’altra» annota «Il Giornale di Vicenza» del 7.1.98, che così titola: «Lode al letame e a tutte le sue variazioni, pomeriggio di risate a Vancimuglio sotto il tendone gremito di gente».
1998 - Tra le gambe di Casanova
Nell’anno del bicentenario di Giacomo Casanova, la Calza non poteva non dedicare un lungo omaggio, che continuerà anche dopo il Carnevale, al veneziano più famoso della storia. Perciò modella tutte le undici giornate del proprio Carnevale veneziano, dal 13 al 24 febbraio, intorno alla figura del celebre avventuriero. Con un programma fitto fitto, intitolato «Giacomo Giacomo, ovvero tra le gambe di Casanova», e la costruzione di una grande statua raffigurante Casanova, che compare sul manifesto dell’anno, sul palco di campo San Maurizio, realizzata dal Priore Guerrino «El Lovo» Lovato nel suo laboratorio del Mondonovo.
La rassegna comincia venerdì 13 con una «levada de calza» casanoviana in un luogo segreto, cui segue, sabato 14, giorno di San Valentino, nella sede del Mondonovo, una singolare «Asta degli innamorati» nel corso della quale vengono messi in vendita gli oggetti più curiosi e inutili rinvenuti nei bauli delle soffitte dai compagni di calza. All’asta-spettacolo, condotta da Maurizio Bastianetto con la complicità di Guerrino Lovato e Donato De Simone, partecipano Marino Sartori e Luigina Allegranzi. Alla mezzanotte del giorno dopo, sabato 14, viene posata e aperta in campo San Maurizio la «Bocca della verità» che ospiterà per tutta la durata del carnevale, come si usava fare nei tempi antichi, le «denunzie secrete de’ veneziani». Il pomeriggio del giorno dopo, domenica 15, in campo Sant’Angelo, va in scena lo spettacolo «Il gioioso clistere», ovvero «La salute del corpo ai tempi di Giacomo Casanova», che non è altro che una rivisitazione del fortunato spettacolo del Merdassèr, ad opera dell’inesauribile Maurizio Bastianetto, affiancato nell’occasione da Marina Furian e Renzo Sindoca. Alta cultura invece, mercoledì 18 all’Ateneo Veneto, con il duello di seduttori «Aretino in Casa Nova», animato da Augusto Gentili, Matteo Casini, Lionello Puppi, Guerrino Lovato, e introdotto dal professor Gianantonio Paladini. Si resta in tema colto anche giovedì grasso con l’apertura della mostra fotografica di Elisabetta Lovato «Mostrar la calza» al Bistrot dei Do Draghi in campo Santa Margherita, e la sera dello stesso giorno in campiello Querini Stampalia con «Il mistero dell’acqua di vite», ovvero «Dialoghi dell’alchimista Giano col suo apprendista Etil Bastian», realizzato insieme all’Accademia degli Acquavitai di Sandro Bottega.
1998 - Bustric nei panni del giovane Casanova
Ma il momento clou del carnevale casanoviano è lo spettacolo di Bustric, «Giacomino Fiorellino», che va in scena la sera di venerdì 20 febbraio in un campo San Maurizio gremito di una folla entusiasta. Reduce dal successo nel film di Roberto Benigni «La vita è bella», il grande Sergio Bini in arte Bustric, in un buffo abitino settecentesco in calzoncini corti, interpreta da par suo i «giochi e passatempi» dell’adolescente Giacomo Casanova, divertendosi e facendo divertire con i suoi giochi di parola e di prestigio e coinvolgendo il pubblico nelle sue avventure. È un «Casanova segreto» quello che gli Antichi mettono in scena con l’aiuto di Bustric, mostrando il grande amatore in varie fasi della sua vita. Partecipano allo spettacolo un eroticissimo Bob R.White che parla con la voce del grande amatore da dietro un paravento oltre il quale volano incredibili indumenti femminili, un maliziosissimo Luca «Colo de Fero» Colferai, una provocante contessa Mafalda Malpighi, un meraviglioso conte Emile Targhetta D’Audiffret che dà vita a uno straordinario Casanova colto nell’età matura, e altri noti personaggi della Calza come l’avvenente Donna Lucrezia (Sandra Vigarani), il poeta Paolo Fiorindo, il cantante Bruno Bonometto, il Priore Guerrino Lovato. Il tema trattato è: «primi amori, ultimi amori e fantasmi d’amore del grande amatore». Appare anche, prima dello spettacolo, lo «stilita» San Mauritius (Maurizio Bastianetto, ancora lui) che montato sopra una colonna davanti al palco, con addosso la parrucca che lo rende più simile a Renato Zero che a un eremita, lancia anatemi e «invettive morali» contro la degenerazione portata dal Carnevale e i «turpi vizi segreti» degli Antichi, da tutti peraltro ben conosciuti. Nell’occasione viene lanciato anche un concorso per cercare il sosia di Casanova, iniziativa che verrà ripresa con successo negli anni a venire.
Il Carnevale casanoviano prosegue, sabato 21 a San Maurizio, con la sesta edizione del Festival Internazionale di Poesia Erotica «Baffo-Zancopè» introdotto da Luca «Colo de Fero» Colferai con la resurrezione di Zorzi Alvise Baffo (Bob R. White), rallegrato come sempre dal «Tg Setesento» di Maurizio Bastianetto e Rita Giuseppina L. Hole, e per la prima volta dal corpo di ballo «Salsaciccia» diretto dal Maestro Mino Demelli, con Gianni «Carnem Miranda» Matteucci prima ballerina. Nel pomeriggio dello stesso giorno l’altra metà della Calza guidata dal Priore Lovato si reca a Stra, nel parco di Villa Pisani, dove mette in scena la momaria «Casanova in camporella», una sorta di «avventura bucolica» del celebre amatore rifugiato presso i nobili Pisani. Partecipano allo spettacolo Barbara e Massimo Castrini, Paola e Giorgio Basic, Ildebrando De Col e gli eccentrici Pigi e Susy. Domenica 22 infine Casanova viene celebrato in campo Sant’Angelo con «La beatificazione», vale a dire l’esposizione dell’urna con «le vere spoglie» di Casanova, la cerimonia di venerazione delle reliquie e l’apertura pubblica del processo di beatificazione. L’epopea si chiude martedì 24, ultimo giorno di Carnevale, con la «Ultima notte a casa di Giacomo» a Palazzo D’Audiffret, in un «trionfo» di eros e gola, con una sontuosa cena di gala, danze e racconti, e una deliziosa sfilata di mantelli e copricapo d’epoca della collezione privata del conte Emile Targhetta D’Audiffret, fra cui uno strepitoso modello del Bucintoro a grandezza quasi naturale. L’apparizione di «Michele l’Angelo Nero», irreale, innaturale e sublime, ha chiuso in sul far dell’alba i tripudi casanoviani.
1998 - Cervia festeggia il compleanno con I Antichi
Dopo il bicentenario di Venezia, il tricentenario di Cervia. Gli Antichi hanno festeggiato, dal 29 al 31 maggio, i trecento anni della fondazione della graziosa cittadina romagnola. Una ricorrenza voluta dal Comune di Cervia che ha allestito una serie di manifestazioni e di spettacoli per ricordare il trecentesimo compleanno di Cervia Nuova, sorta sul mare in seguito alle suppliche dei cittadini di Cervia Vecchia, accolte da Papa Innocenzo XII, di trasferire la città dalla zona paludosa e malsana in cui si trovava, nell’area attuale. Gli Antichi hanno rievocato, con riti religiosi e pagani, la nascita della nuova città, che hanno festeggiato assieme agli abitanti. Trentasei personaggi negli antichi costumi veneziani della fine del Seicento, tra cui il Doge (Aldo Colferai) con il suo seguito di alti dignitari e membri del Maggior Consiglio, hanno portato alla nuova città i doni e gli omaggi della Serenissima Repubblica. Assieme al Priore della Calza (Guerrino Lovato) è sbarcato a Cervia, dal mare, un codazzo variopinto di cortigiane, avventurieri e ciarlatani, che hanno fatto festa e dato spettacolo per le vie e nelle piazze della città.
Partiti dall’antica torre di San Michele, gli Antichi sono giunti fino a piazza Garibaldi dove il Doge ha incontrato il Sindaco, c’è stato lo scambio dei doni e quindi è seguita una «Cena pubblica delle autorità» con ricette «a base di sale e senza sale», l’oro bianco di Cervia. Nei giorni successivi la Calza ha dato spettacolo sui palchi di piazza Garibaldi e delle vie principali del centro storico, fino al gran finale con un «concerto di fuochi d’artificio» presso la torre di San Michele. Si sono esibiti, tra gli altri, il «merdassèr» Maurizio Bastianetto, il guardiano del rinoceronte Guerrino «El Lovo», la cortigiana adescatrice Donna Lucrezia (Sandra Vigarani), la stupefacente famiglia Casanova che proprio qui vide nascere, quasi per germinazione spontanea, l’incontenibile fenomeno dei Gemellini Casanova (Bob R. White, Luca «Colo de Fero» Colferai), Nicoletta Lucerna, i giocolieri Pigy e Susy, il cantante Bruno Bonometto, la ballerina Rita, la sciantosa Nice, i comici della commedia dell’arte (Luigi, Mauro, Anna). L’ideazione dello spettacolo era di Guerrino Lovato, la regia di Bob R. White.
1998 - Sei ore di non stop per Casanova
Torna Casanova, e stavolta la Calza si supera per ardire e follia. Perché è una non-stop di sei ore, con spettacoli, dibattiti, poesie, canzoni, proiezioni di diapositive, visite guidate e intermezzi gastronomici a ricordare a Venezia Giacomo Casanova nel bicentenario della morte. La festa-spettacolo, denominata «Casanova vive, viva Casanova», ideata e organizzata dagli Antichi per rendere omaggio alla memoria del più grande veneziano di tutti i tempi, va in scena in campo San Maurizio giovedì 4 giugno dalle 17 alle 23, nello stesso giorno in cui, duecento anni prima, Casanova si spegneva a Dux, in Boemia, nel castello del conte Josf Karl Emanuel Von Waldstein und Wartemberg.
La manifestazione, indetta in collaborazione con l’Accademia degli Acquavitai e il ristorante «Do Forni», e con il patrocinio dell’assessorato comunale al turismo, ha avuto inizio alle 17 con una visita guidata ai luoghi veneziani di Casanova condotta dall’attore e poeta Lucio Marco Zorzi. Alle 18 il Priore Lovato ha presentato un appello per la salvezza della scultura di Mihail Khemiakin dedicata a Casanova e donata a Venezia. È seguito un dibattito, condotto da Roberto Bianchin, sulla vita e l’opera di Casanova, cui hanno partecipato Orazio Bagnasco, Virgilio Boccardi, Rolando Damiani, Lodovico De Luigi, Albert Gardin, Bruno Rosada, e il regista Maurizio Scaparro in collegamento telefonico da Dux in Boemia.
Alle 19.30 sono iniziati gli spettacoli. Maurizio Bastianetto ha interpretato la sordida figura del «Clisterologo» di Casanova, la cortigiana Donna Lucrezia (Sandra Vigarani) e l’ultima amante di Casanova (Nicoletta Lucerna) hanno letto «Lettere d’amore a Casanova», il poeta Lucio Marco Zorzi ha declamato «Poesie per Casanova», il cantante Bruno Bonometto ha interpretato «Cantata per Casanova», l’editore Albert Gardin ha recitato brani dell’Iliade in veneziano, e l’attore Paolo Fiorindo ha dato corpo e voce al «Fantasma di Casanova». Nel frattempo gli Antichi, nei loro splendidi costumi settecenteschi, hanno preso posto attorno a una tavola riccamente imbandita per una succulenta cena casanoviana preparata dal patròn dei Do Forni, Eligio Paties, studioso di Casanova, e al termine Sandro Bottega ha presentato la nuova grappa «Casanova» realizzata in un’originale bottiglia che riproduce a grandezza naturale le fattezze del volto del grande amatore.
Alle 21, a cura di Maurizio Costa e Claudio Dell’Orso, e in collaborazione con la rivista «Nu», sono state proiettate le diapositive degli scandalosi acquerelli di Couperyn (1921) tratte dall’ormai introvabile volume del Marchese De Sade «Le Bordel de Venise». Alle 21,30, clou della giornata, lo spettacolo «La morte di Casanova» dell’attore Norberto Midani, il primo Casanova degli Antichi. E a chiudere, alle 22.30, le canzoni d’amore del rocker Massimo Priviero. Regia di Bob R. White, conduzione di Luca Colferai. Grazie a chi ha reso possibile questa giornata: Ristorante Do Forni, Distillerie Bottega, Editoria Universitaria, Teatro Eliseo, Dig It Internazionale, Edizioni 3ntini. La folle kermesse ha molto impressionato tivù e giornali. Il «Corriere della Sera» ha dedicato alla giornata casanoviana un articolo a cinque colonne nella sua prestigiosa terza pagina, dal titolo : «Casanova, festa per una vita esagerata. Con una giornata non stop Venezia celebra il secondo centenario della morte». Nell’articolo, pubblicato il 4.6.98, l’inviato Marisa Fumagalli scrive tra l’altro: «Il ritmo esagerato della non stop organizzata dalla Compagnia de Calza «I Antichi» sembra studiato apposta per interpretare lo spirito raffinatamente ingordo e frenetico dell’illustre veneziano».
1998 - Feste a Villa Contarini e Ca’ Zenobio
Prosegue, sempre in omaggio a Casanova, l’attività della Calza. Il grande amatore viene celebrato ancora, venerdì 5 giugno, con una grande festa-spettacolo a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, nel padovano, in cui si alternano all’esterno e all’interno della villa in gustosi siparietti tutti i personaggi ormai celebri degli Antichi, e venerdì 26 giugno a palazzo Ca’ Zenobio di Venezia, ai Carmini, nel corso di un «Omaggio a Lorenzo Lotto» in cui Guerrino Lovato e i suoi adepti alternano brevi conferenze colte a scherzi e libagioni.
1998 - Tenzone poetica a Brisighella
Figlio e fratello dell’ormai celebre Festival di poesia erotica, la Calza ha organizzato a Brisighella il 10, 11 e 12 luglio, nell’ambito delle Feste Medievali, il Primo Festival della poesia d’amore medievale, denominato «Gran Tenzone Poetica».
Si trattava di un festival vero e proprio in cui una dozzina di poeti conosciuti e non sono saliti sul palco per declamare di fronte al pubblico le loro composizioni, che dovevano essere tutte dedicate al tema dell’amore, il motivo ispiratore delle feste di Brisighella di quest’anno, e composte in stile ispirato, sia pure liberamente, ai componimenti poetici del Medioevo. In una «cornice festosa, ironica e giocosa», come riferiscono le cronache del tempo, la «tenzone» ha visto alternarsi sul palco i poeti in concorso (pochi, in verità) e alcuni degli Antichi che hanno interpretato dei classici della poesia d’amore medievale. Il festival ha avuto un prologo farsesco con la «resurrezione» del fratello del poeta Cecco Angiolieri, il meno conosciuto ma non meno inebriante Ciucco Angiolieri (Bob R. White), autore della celebre opera in rima, e spesso riproposta negli anni a venire perché molto amata dagli Antichi, intitolata: «Basta con queste anticaglie» e divenuta ormai un classico della Compagnia de Calza. Hanno presentato la «tenzone» il fantastico Angelo alato Luca (Colo de Fero Colferai) e il dispettoso Diavolo Guerrino (El Lovo Lovato) che si sono spesso punzecchiati a vicenda con versi salaci, «disturbati» dalle intromissioni di un curioso personaggio appollaiato in cima a una colonna sistemata a lato del palco, lo stilita San Mauritius (Maurizio Bastianetto) che ha pronunciato terribili profezie e condannato i vizi capitali che erano invece esaltati dai compagni de calza che tentavano (invano) di indurre l’eremita in tentazione.
Ma il festival, durato due giorni, in realtà si è rivelato un flop. Scarsa la partecipazione dei poeti, scarsa la presenza e l’entusiasmo del pubblico, a dimostrazione che, com’era stato per il fallimento della trasferta a Jesolo del festival di poesia erotica, per qualche curioso e insondabile motivo una manifestazione del genere poteva avere successo, come ha avuto e ha tuttora, solo a Venezia e solo a Carnevale.
Altra musica la sera successiva, domenica 12, quando la Calza ha presentato, sempre a Brisighella, ma con maggior successo, l’ormai collaudato spettacolo di Maurizio Bastianetto «Il ritorno del Merdassèr», inesausta galoppata a macchia di leopardo su e giù per i secoli tra clisteri, purghe, vanvere, pralli e pessette.
1998 - A Zocca, «devo farlo!»
Dopo aver rallegrato, con la propria barca, i loro costumi e le loro musiche, la Festa del Redentore a Venezia, sabato 18 luglio, gli Antichi tornano in Emilia-Romagna per la terza volta in due mesi, dopo Cervia e Brisighella, per dare vita a un’altra singolare rievocazione storica. Si tratta di «Canti e Incanti di Casa d’Este», che celebra il quarto centenario del trasferimento della Corte Estense da Ferrara a Modena. La festa, con spettacoli d’epoca, balli, luminarie, fuochi d’artificio e cene in costume all’aperto, si è svolta la sera di sabato 8 agosto a Rosola di Zocca, sull’appennino emiliano, per iniziativa del Comune di Zocca, della Provincia di Modena e della Regione Emilia-Romagna, e la direzione artistica del meraviglioso Pier Paolo Santagata, che è stato a lungo corteggiato (ma inutilmente) dalle attempate, ma ancora avvenenti, cortigiane della Calza.
Qui gli Antichi hanno rievocato in chiave tragicomica i momenti storici salienti del viaggio della variopinta Corte degli Estensi, attraverso le avventure e disavventure di numerosi e bizzarri personaggi, come l’indiavolato Luciferino (Guerrino Lovato), l’indomito Procuratore Colo de Fero (Luca Colferai), l’esuberante pronipote del poeta Ciucco Angiolieri (Bob R. White), lo stralunato Ludovico Ariosto (Paolo Fiorindo), l’impareggiabile Cavalier Servente (Carlo R. Bullo), le raffinate e provocanti dame di corte (Judith Jurubeba Bomfin, Nice Nicefora, Nicoletta Botero).
E anche stavolta, complice l’aria sottilmente cotechinesca dell’Emilia e forse l’uso di qualche sostanza psicotropa, l’irrefrenabile Bob R. White ne ha combinata un’altra delle sue. Infatti, non contento di aver maramaldeggiato dal palco con una garbata ma insistente presa in giro dei nobilastri guidati dalla nobildonna mantovana Mara Bertoli che «non facevano mai niente e stavano tranquilli a mangiare ogni sorta di leccornia mentre noi ancora digiuni ci stavamo facendo un mazzo così per fare lo spettacolo», si è ripetuto clamorosamente nel numero della «vose da recia» già messo in scena a Brisighella. È successo quando doveva leggere, dal palco, un brano, piuttosto aulico, sulla storia delle comunità locali, e il Gran Priore Guerrino «El Lovo» Lovato, vedendolo particolarmente inquieto, gli aveva raccomandato, come aveva già fatto il Merdassèr a Brisighella, di leggerlo con la «vose da omo» perché «ghe xe anca e autorità», sindaci, assessori e presidenti. Bob R. White, con un sorriso sardonico, rassicura che farà così. Persino l’ineffabile e trasgressivo Procurator Grando, temendo il peggio, gli raccomanda di «non farlo», cioè di leggere con voce «normale». Ma se al Priore aveva spudoratamente mentito, al suo Gemello Bob R. White non può farlo, e gli confida in un orecchio, prima di iniziare a leggere, l’angosciante verità: «Devo farlo!». Gli dice solo questo, l’occhio spiritato, come se stesse obbedendo a chissà quale misterioso e imperioso, venuto da chissà dove, ordine o richiamo. Accade così che in un silenzio sempre più di gelo, tra l’imbarazzo generale di autorità, invitati, crapuloni e persino compagni di calza, Bob R. White legge con la sua tipica «vose da recia» la lunghissima, noiosa e inutile pappardella, mandando letteralmente in vacca tutta la solennità della rievocazione storica e alla berlina gli episodi più ragguardevoli della luminosa storia locale. Gli Antichi non verranno mai più invitati a Zocca.
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Genesi di un mito
Genesi di un mito
martedì 6 gennaio 1998
Vancimuglio, Palaletame
Il ritorno del Merdassèr
sabato 14 febbraio 1998 ore 18
Venezia, Mondonovo
L’asta degli innamorati
sabato 14 febbraio 1998 ore 24
Venezia, campo San Maurizio
Denunzie secrete de’ veneziani
domenica 15 febbraio 1998
Venezia, campo Sant’Angelo
Il gioioso clistere
mercoledì 18 febbraio 1998
Venezia, Ateneo Veneto
Aretino in Casa Nova
giovedì 19 febbraio 1998 ore 12
Venezia, campo Santa Margherita
Mostrar la Calza
giovedì 19 febbraio 1998 ore 19
Venezia, Querini Stampalia
Il mistero dell’acqua di vite
venerdì 20 febbraio 1998
Venezia, campo San Maurizio
Giacomino Fiorellino
sabato 21 febbraio 1998
Venezia, campo San Maurizio
Festival di Poesia Erotica,
VI edizione
sabato 21 febbraio 1998
Stra, Villa Pisani
Casanova in camporella
domenica 22 febbraio 1998
Venezia, Sant’Angelo
La beatificazione di Casanova
Marti Grasso 24 febbraio 1998
Venezia, Palazzo D’Audiffret
L’ultima cena a casa
di Giacomo
29, 30, 31 maggio 1998
Cervia, Piazza Garibaldi
e vie della città
Festa del Tricentenario
giovedì 4 giugno 1998
Venezia, campo San Maurizio
Casanova vive, viva Casanova
venerdì 5 giugno 1998
Piazzola sul Brenta,
Villa Contarini
Omaggio a Casanova
venerdì 26 giugno 1998
Venezia, Ca’ Zenobio
Omaggio a Lorenzo Lotto
venerdì 10, sabato 11 luglio 1998
Brisighella, Feste Medievali
Gran Tenzone Poetica
domenica 12 luglio 1998
Brisighella, Feste Medievali
Il Ritorno del Merdassèr
sabato 18 luglio 1998
Venezia, bacino San Marco
Festa del Redentore
sabato 8 agosto 1998
Zocca, Rosola
Canti e incanti di casa d’Este