Lo scherzo più grande che si possa fare a Carnevale, è quello di non farlo. Succede così che per la prima volta il Carnevale di Venezia nel 1991 viene annullato, a pochi giorni dal suo inizio e dopo molte polemiche, a causa della guerra del Golfo. Una decisione che la Compagnia de Calza «I Antichi», dopo un lungo e tormentato dibattito interno, finisce per accettare, pur non condividendola. Il Gran Priore Paolo Emanuele Zancopè rilascia dichiarazioni al vetriolo, ricordando che mai la Serenissima Repubblica abolì il Carnevale, nel corso della sua lunga storia, neppure durante le guerre più sanguinose. Gli Antichi avevano già pronto il programma del loro Carnevale, che quest’anno sarebbe stato dedicato alla magia, ma in una chiave antichissima e molto particolare: «Venezia transito di magia tra Oriente e Occidente» era il titolo di feste e spettacoli in programma. Un’iniziativa mai più ripresa negli anni successivi.
1991 - I Antichi in Reducto
«VORIA na striga strolega che me cascasse in volega, cussì mi podaria saver che fin faria» recitava il detto che accompagnava il titolo del programma del Carnevale di Venezia 1991 della Compagnia de Calza «I Antichi», intitolato: «Venezia transito di magia tra Oriente e Occidente». Ma il Carnevale, in programma dal 2 al 12 febbraio, saltò. La causa: la guerra del Golfo. «Anche I Antichi gettano la spugna» titola La Nuova Venezia del 28.1.1991.
Il quotidiano riporta una lunga intervista al Gran Priore degli Antichi Paolo Emanuele Zancopè, che così spiega la filosofia della Calza: «Rendere al popolo allegrezza non mediocre, per dare modo ai foresti di ragionare del felice stato di questa città, e perché vi sia satisfazione universale». Siamo in periodo di levada de calza, di mobilitazione per il Carnevale, annota La Nuova, e il capofila della Compagnia vorrebbe parlare solo attraverso lo statuto del 1541. D’altra parte Zancopè è amareggiato per l’annullamento della festa, scrive Massimo Russo, «per una decisione – dice – che il Comune non aveva alcun diritto di prendere». I compagni de calza sembrano soffrire davvero, ancor più degli operatori economici e degli albergatori.
«Cosa vuole – spiega Zancopè – osti e bottegai sono sempre difesi in questa città. Anche troppo. A loro non farà certo male se per una volta non mangeranno il dolce. Siamo noi i più penalizzati da questa che riteniamo un’assurdità. Se la festa in questa città aveva ripreso quota in questi dieci anni, è solo per merito nostro. Siamo gli unici che dall’organizzazione del Carnevale non traiamo alcun guadagno, lo facciamo solo per passione». E in questi anni I Antichi sono stati di sicuro – commenta il quotidiano veneziano – uno dei maggiori volani della festa, da quando riempirono campo San Polo con ottomila persone a ballare musiche medievali, a quando, nel 1984, cominciarono a organizzare il gran ballo delle cortigiane. Il calendario dell’edizione 1991 era pronto già da dodici mesi, ma non se ne farà più nulla: la compagnia ha deciso di annullare anche i propri festeggiamenti, visto che per il quasi certo divieto di girare in maschera per calli e campielli, il programma non avrebbe potuto essere rispettato. «Siamo entrati in una spirale paranoica. Abbiamo una guerra non voluta e non sentita – continua Zancopè – nella quale siamo stati costretti ad entrare. Adesso, per renderci partecipi, ci bombardano ventiquattrore su ventiquattro con le notizie del conflitto, per creare panico e psicosi. Nemmeno durante le guerre più sanguinose la Serenissima abolì mai il Carnevale».
1991 - Arruolamento per le Crociate a Brisighella
L’annullamento del Carnevale, che comunque I Antichi hanno trascorso in reducto, ossia rinchiusi nel loro Ridotto in Campo San Maurizio non ha però piegato lo spirito della beffa. Contagiati dallo spirito dei tempi, I Antichi irridono alla teoria dello scontro di civiltà, in quest’anno ancora agli albori, mettendo in scena a Brisighella durante le tradizionali Feste Medievali della ridente cittadina romagnola un arruolamento per le crociate in piena regola, della durata di due giorni. Tra il 5 e il 6 luglio Zane Cope, per l’occasione Sovracomito della galeazza chiamata Butiro, vende passaggi a Costantinopoli e successivi, con sovrapprezzo, arruolamenti per la Terra Santa e anche no. La sua improbabile ciurma di guerrieri e cortigiane, turchi, maghe e ciarlatani, speziali e archiatri scorrazza per il borgo irretendo i potenziali viaggiatori. Se non bastano i richiami alla virile maschiezza delle armi profusi dal Doge dei Nicolotti Mario Doge Andreoli e dal Capitan da Mar Massimo Andreoli, se non bastano gli sconti del capo carovana, né l’esempio dei fanti Luca e Maurizio, ci sono sempre le grazie delle cortigiane di ogni età e le seduzioni della Regina delle Cortigiane Mafalda Malpighi in versione odalisca scatenata nelle sue lezioni di danza del ventre. Prima di imbarcarsi, i passeggeri vengono accuratamente visitati ed eventualmente dichiarati idonei dallo speziale Giorgio Papa e dal ciarlatano Mauritius, intenzionati ad un equipaggio esclusivamente femminile.
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