Anno 1990

Carnevale col silenziatore, in sordina, quello veneziano del 1990, titolano i giornali. Non per la Compagnia de Calza «I Antichi», che comincia in trasferta, nel mantovano, con un Gran bal Paré Masqué in stile ottocentesco nella superba Villa Mirra di Cavriana. E poi sceglie di fare un Carnevale d’autore a Venezia in campo San Maurizio, in collaborazione con una serie di noti artisti, come Ludovico de Luigi, Gilbert le Bigre, Luca Crippa, Nicola Sene, Umberto Troni, Lucio Bubacco, Min Bahadur Lama Samdu, Filippo Crispo. Mostre d’arte, presentazioni di libri, performance dal vivo, balli, spettacoli teatrali, e alcune nuove e grandi invenzioni, come un gigantesco cavallo di cioccolata da 450 chili, eretto e poi mangiato in campo, come il varo della gondola dell’amore e l’apparizione di un curioso e bizzarro personaggio d’altri tempi, El merdasser. Ma anche raffinate serate in costume, tra re, imperatori e nobildonne, nell’atmosfera magica del gran caffè Quadri in piazza San Marco. In marzo, una curiosa avventura: la spedizione a Thionville, in Francia.

1990 - Le rose sfiorite del '59

L’INVITO, solenne, su carta pergamenata a fiorellini, recitava così: «La S.V. è invitata al bal paré-masqué di Carnevale che si terrà a Villa Mirra di Cavriana, la sera del 10 febbraio prossimo alla presenza delle LL.SS. Maestà il Re di Sardegna Vittorio Emanuele II, l’Imperatore dei Francesi Napoleone III e di Sua Maestà I.R. Apostolica Francesco Giuseppe I». Quarti di nobiltà vera o burla di Carnevale? L’invito, che si concludeva con una dicitura altrettanto misteriosa, «Ordini e decorazioni», lasciava dei dubbi.

Leggendo il programma del gran ballo si scopriva infatti che in effetti la storica dimora di Cavriana, Villa Mirra, aveva realmente ospitato in uno stesso giorno, il 25 giugno del 1859, tre teste coronate: al mattino l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe I e nella serata i vincitori di Solferino e San Martino Napoleone III Imperatore dei Francesi e Vittorio Emanuele II Re di Sardegna. Ma scorrendo l’elenco dei personaggi storici presenti, il comparire di alcuni dei più celebri esponenti della Compagnia de Calza «I Antichi», fugava ogni dubbio. Vi si ritrovavano infatti nientemeno che il Priore della Calza Paolo Emanuele Zancopè addirittura nei panni, per lui inconsueti, del Generale Giuseppe Garibaldi, e la stupenda Regina delle Cortigiane di Venezia Mafalda Malpighi nelle vesti della Contessa Eszterhàzy, dama d’onore dell’Imperatrice Elisabetta di Wittelsbach, meglio conosciuta come Sissi. Per non parlare del funambolico Andrea Vitali nei panni di un solerte e un po’ ambiguo funzionario pontificio, del fascinoso Giuseppe Bertoli che dava vita alla figura del Conte Brassier de Saint-Simon, ambasciatore prussiano a Torino, e dell’indomabile Mara Bertoli da Castiglione delle Stiviere, organizzatrice e animatrice della serata, che riportava in vita lo spirito della Contessa Virginia Verasis, soprannominata anche «l’ambasciatrice galante di Cavour».

Tra musiche classiche e gitane di violinisti tzigani, la serata ha avuto inizio con l’arrivo delle teste coronate in carrozza, gli inni nazionali suonati dalla banda, l’entrata di Garibaldi-Zancopè a cavallo, la lettura del proclama di pace, i discorsi, i conferimenti delle legion d’onore, cui sono seguiti la cena, il gran ballo «romantico-risorgimentale» e a tarda sera i «giochi di società nei salottini» animati dall’incontenibile Contessa Malpighi che ha saputo rallegrare da par suo imperatori e soldataglia.

1990 - Carnevale d’Autore

Rifacendosi alle più antiche tradizioni, la Compagnia de Calza «I Antichi» organizza quest’anno a Carnevale, dal 22 al 27 febbraio in Campo San Maurizio, un Carnevale d’autore che racchiude una serie di appuntamenti artistici realizzati in collaborazione con il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, e con il patrocinio del Casinò e dell’Apt. Difatti, spiega il Priore Zancopè, «l’idea di associare il Carnevale e gli artisti è antica come lo stesso Carnevale di Venezia: già le antiche Compagnie de Calza nel XV e XVI secolo chiamarono a collaborare alle loro manifestazioni pittori come Carpaccio, Tintoretto, Tiziano, Veronese, autori come Machiavelli, Ruzante, Aretino, architetti come Palladio, Da Ponte, Rusconi, musicisti come Gabrielli e Monteverdi». Di qui l’idea di coinvolgere una serie di artisti prestigiosi per realizzare degli eventi unici e particolari, «all’altezza del nostro concetto di Carnevale nella dignità di una Venezia madre di cultura».

1990 - Il Cavallo di Cioccolata

È l’evento più clamoroso, e più folle, del Carnevale. Un grande cavallo tutto di cioccolata, di tre metri e quaranta per due metri e cinquanta, ideato dal noto pittore e scultore veneziano Ludovico De Luigi, e realizzato dall’artista Gilbert le Bigre, distrutto e mangiato interamente dal pubblico, per la gioia soprattutto dei più piccoli, l’ultimo sabato di Carnevale, il 24 febbraio, quando un caldo sciroccoso, inconsueto per la stagione, stava già cominciando a far sciogliere la cioccolata fornita dalla Icam di Lecco, una delle migliori aziende dolciarie italiane, e preparata dal maestro pasticciere Giancarlo Vio della storica e pregiata pasticceria veneziana Marchini. In realtà, in questo curioso evento intitolato «Dall’Eterno all’Effimero», ovvero «mutazioni scalari dal concreto all’immaginario», i cavalli erano due: accanto a quello di cioccolata, costruito a somiglianza del cavallo del monumento a Bartolomeo Colleoni di campo San Giovanni e Paolo, era stato eretto anche un altro cavallo, identico nelle fattezze e delle stesse dimensioni, ma tutto di bronzo. «Il grande cavallo di bronzo – spiegavano Zancopè e De Luigi – rappresenta l’Eterno Statico, ed ha il suo doppio in un eguale cavallo di cioccolato, l’Effimero, sublimazione dell’eterno, nato per essere distrutto e disperso per liberare l’anima dell’Effimero che si concretizza solo nell’attimo irripetibile della sua stessa consunzione e transizione verso il nulla». E a un certo punto compariva anche un terzo cavallo, ancora più grande (quattro metri e mezzo per due), in vetroresina, «materiale artificiale a simboleggiare l’anima dell’Effimero». «Una macchina carnevalesca, uno scherzo, un happening» spiegava il Gran Priore. «Un connubio tra arte e pasticceria» commentava divertito Giuliano Marchesini su La Stampa del 28.2.1990. «A Venezia assalto in maschera alla statua di 450 chili di cioccolato» titolava Il Corriere della Sera del 25.2.1990. «Tra i realizzatori della festa – scriveva Claudio Pasqualetto – merita una citazione ancora una volta Paolo Zancopè con la sua Compagnia de Calza «I Antichi», che ha inventato una serie di manifestazioni sul tema del cavallo e dei cavalieri in campo San Maurizio; manifestazioni con una componente artistico-goliardica conclusesi ieri sera con il vorace assalto al cavallo di cioccolata realizzato dallo scultore Ludovico De Luigi, assieme ad altri due equini, uno in bronzo e l’altro in vetroresina. Persino la dolce statua ha patito il caldo e si era parzialmente sciolta, ma alla fine ha potuto far bella mostra di sé per alcune ore prima che voraci cavallette in maschera ne intaccassero i 450 chili». Sul Corriere dello stesso giorno, una grande foto ritraeva sullo sfondo di piazza San Marco la bellissima Donna Lucrezia, storica cortigiana degli Antichi, mentre veniva ritratta dal più sordido dei pittori della Calza, Giorgio Papa.

1990 - L’arte dei mascareri, Baffo e Veronica Franco

Tra le molte iniziative del Carnevale d’autore della Calza, che si sono svolte tutte in campo San Maurizio, anche la presentazione di un libro, «L’arte dei mascareri», dell’artista Luca Crippa, con testi della storica Lina Urban, che si è svolta lunedì 19 febbraio, con la voce recitante dell’attrice Adriana Marzetti. Giovedì 22 è stato presentato un altro volume di opere grafiche di Luca Crippa e Nicola Sene, «Invenzioni in controluce», con le musiche rinascimentali dell’ensemble Oni Wytars di Waldbuch, e nella serata dello stesso giorno non è mancato il consueto omaggio a Giorgio Baffo, con letture delle sue poesie (ma anche quelle di Veronica Franco e Andrea Calmo) da parte dell’attore Umberto Troni, e «frìtole, galani per tutti e ombre de vin a le maschere più spiritose». Omaggio ripetuto il 25 dai poeti Mario Stefani, Sandro Mattiazzi, Matelda Santelli, Lucia Lucchesino, Manuel Montagna, con l’accompagnamento del gruppo «I musicanti di Brema». Il 26 invece, in occasione del capodanno buddista, il pittore tibetano Min Bahadur Lama Samdu, ha dipinto in campo un «tanka» di tre metri per due raffigurante «una divinità propiziatoria per la Compagnia de Calza». Nei giorni del Carnevale, presso la galleria Zancopè, è stata allestita anche una mostra, «A cena con I Antichi nella Venezia di Paolo Veronese», con i disegni e i bozzetti di Ludovico De Luigi realizzati in occasione della serata organizzata dagli Antichi a Verona nel palazzo Giusti del Giardino, e sono state presentate le opere in vetro e lume ispirate alla commedia dell’arte e idealizzate per il Carnevale da Lucio Bubacco.

1990 - El Merdasser e la Gondola dell’Amore

Dedicatasi prevalentemente in questo Carnevale agli artisti e alla cultura più «alta», la Calza non poteva però dimenticare neanche quest’anno la sua celebre vena trasgressiva, che ne ha fatto, per la forza, l’intelligenza e l’ironia delle provocazioni, uno dei gruppi più singolari in attività nel mondo. Spuntano così due nuove, folgoranti idee: la costruzione della gondola dell’amore, e la nascita della figura del Merdasser, che diventerà negli anni seguenti uno dei personaggi di maggior successo e più amati dal pubblico.

La Gondola dell’amore, andata in scena, anzi, scivolata mollemente sull’acqua dei canali veneziani nelle notti dal 22 al 27 febbraio, era nient’altro che un’alcova galleggiante dalle mille sorprese. «La Regina delle Cortigiane veneziane, Contessa Mafalda Malpighi, arma una gondola con felze, dove riceverà i suoi ammiratori» annunciava misterioso un manifesto della Calza in cui si vedeva il disegno di una gondola, il gondoliere al remo, una cortigiana a poppa riccamente addobbata, e sotto al felze si intravedeva una coppia allacciata nel turbine amoroso. Nella realtà si trattava di una delle più belle gondole veneziane in attività, quella del Maestro d’acque della Compagnia Amedeo Memo detto Memo, noto gondoliere veneziano, che, trasformata alla moda dei tempi antichi con l’aggiunta del felze, la copertura che garantiva protezione dalle inclemenze del tempo e dagli sguardi indiscreti, accompagnava la sfavillante e prorompente Contessa Mafalda in cerca di clienti facoltosi per i canali della città. Le cronache non raccontano cosa accadesse in quelle notti di Carnevale sotto al felze dell’impenitente Contessa, e noi, che pure qualcosa sappiamo, e qualcosina abbiamo anche visto, ci atterremo alla consegna di un garbato e signorile riserbo. Possiamo soltanto dirvi, per soddisfare almeno parzialmente le vostre curiosità che saranno certamente divenute morbose a questo punto del racconto, che sparsasi la voce, ogni sera si formavano lunghe code di avventori, sia nobiluomini che popolani, lungo le rive dove si poteva scorgere avvicinarsi l’inconfondibile sagoma della gondola dell’amore, e che i fortunati che riuscivano a salirvi, spesso dopo furiose colluttazioni con altri pretendenti, uscivano al termine dell’avventurosa navigazione stremati e sconvolti ma ampiamente soddisfatti. La Contessa, dal canto suo, quando scendeva dalla gondola, è stata più volte sentita ripetere questa frase, rivolta al Gran Priore Zancopè: «Prior, so esausta!».

El Merdasser invece fa la sua comparsa in campo San Maurizio dal 22 al 27 febbraio. Si tratta della rievocazione di un personaggio realmente esistito che anticamente girava per la piazza San Marco e per i luoghi di maggior afflusso della città al grido di: «Cinque schei co la pezzeta, tre schei senza la pezzeta». In questo modo invitava i passanti a soddisfare le loro necessità corporee più consistenti in due mastelle che recava appese ad un bigoncio (bigolo) sulla spalla, e che al momento dell’uso venivano ricoperte assieme all’utente con il suo ampio mantello all’interno del quale erano fissate, dalla parte destra, le pezzuole per la pulizia (cinque schei, appunto). «Abbiamo voluto far rivivere questo personaggio – spiegava il suo ideatore e protagonista, Maurizio Bastianetto, che già si era cimentato in un altro dei mestieri antichi e scomparsi, quello del clisteraro, capace di curare tutti i mali a forza di clisteri – per far riflettere come da sempre sia esistito il problema delle evacuazioni di massa, ma come con la buona volontà tutto si possa risolvere».

1990 - Re e Imperatori al Quadri

Nelle ultime sere di Carnevale, dal 23 al 27 febbraio, la Compagnia de Calza si è trasferita al Caffè Quadri, in piazza San Marco, dove ha fatto rivivere, tra motti, lazzi e performance, una bizzarra corte d’altri tempi animata da personaggi come l’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, quello francese Napoleone III, il Re di Sardegna Vittorio Emanuele II, il Principe di Napoli Francesco Borbone, la principessa Maria Sofia di Baviera, il Duca di Caserta Leopoldo di Borbone. In chiusura di Carnevale, lo spettacolo teatrale «Le streghe» del «Teatro Ora Zero» di Filippo Crispo con Renata Cibin e Francesca Diano il 24 febbraio in campo San Maurizio, e il gran ballo di chiusura, martedì 27, sempre a San Maurizio, con le musiche rinascimentali dell’ensemble Oni Wytars di Waldbuch.

1990 - Venise à Thionville

In marzo, una curiosa avventura coinvolge un manipolo di Antichi ardimentosi: la spedizione a Thionville, in terra francese, ai confini con il Lussemburgo, terra di miniere e industrie metallurgiche. Il Gran Priore Zane Cope, per i problemi di salute che poi si aggraveranno, incarica la Regina delle Cortigiane, nonché Contessa, Mafalda Malpighi a capitanare la spedizione, che si spinge in Francia senza alcun problema. Il primo giorno l’accoglienza è perfetta e il risalto dato da stampa e televisione locali è magnifico. Gli Antichi vengono ospitati e rifocillati con generosità quindi il giorno successivo, quello della festa, con un lieve ritardo, accompagnati alla sala dove è pronto un grandioso banchetto e tavoli apparecchiati per duecento persone. Con l’abituale preveggenza i Compagni de Calza si cambiano con un certo anticipo, mentre le televisioni approntano le loro postazioni, e sono pronti da un bel po’ quando giungono i primi convitati, una ventina di benintenzionati. Aspettano che il pubblico, solleticato dal battage pubblicitario, accorra a riempire la sala. Ma i venti ospiti sono i primi e anche gli ultimi. Passano i minuti e poi le decine di minuti. La prima mezz’ora di attesa è vicina a trasformarsi in un’ora. Con terribile e fredda fermezza la Contessa Mafalda intima l’inizio della festa: “No podemo esser in ritardo: pezo per lori!”. I Antichi partono in corteo attraverso la sala, prendono posto solennemente e danno inizio allo spettacolo, con musiche, danze, fiumi di champagne, coinvolgendo in un garanghelo forsennato i venti ospiti, i giornalisti, i tecnici, i camerieri e il custode. Perché i venti ospiti erano gli unici ospiti? Dacché furono gli unici ad essersi chiesti come mai la data diffusa da stampa e televisione e quella stampata sul biglietto non fossero la stessa data. La spedizione a Thionville è rimasta infine familiarmente cara agli Antichi per il singolare intrappolamento della Cartomante Ada Balbi, vittima di una vasca da bagno.

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sabato 10 febbraio 1990

Cavriana, Villa Mirra

Gran Bal Paré-Masqué

lunedì 19 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

L’arte dei mascareri

martedì 22 febbraio 1990

Venezia, Centro Grafica

Invenzioni in controluce

martedì 22 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Baffo, Franco, Calmo

dal 22 al 27 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Il cavallo di cioccolata

dal 22 al 27 febbraio 1990

Venezia, rii della città

La gondola dell’amore

dal 22 al 27 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

El Merdasser

dal 22 al 27 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

A cena con I Antichi

dal 22 al 27 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Commedia dell’arte

dal 23 al 27 febbraio 1990

Venezia, Caffè Quadri

Re e Imperatori

sabato 24 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Le Streghe

domenica 25 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Omaggio a Zorzi Baffo

lunedì 26 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Anno del Cavallo

Marti Grasso 27 febbraio 1990

Venezia, Campo San Maurizio

Gran ballo di chiusura