1984 - Una genialità senza tempo
di Manlio Collavini *
Nella prefazione di un suo libro, un mio amico, ha scritto: «Quando si fa sera, il racconto dei ricordi prevale su quello delle speranze. È il segno del tempo, dei pensieri, delle stagioni che scorrono. È l’anima che vola via frusciando come un fantasma tra immagini antiche e musiche silenti».
Forse con questo spirito, con le medesime emozioni, penso agli anni ottanta: quando divenni sponsor del Carnevale di Venezia organizzato dalla Compagnia de calza di cui ero membro. Fu un periodo straordinariamente vivace e bello.
Quella festa era la festa di tutti: dilettantistica, raffazzonata, caotica e straordinariamente gioiosa. Al divertimento chiassoso del Carnevale facevano da contorno manifestazioni culturali e sportive. Il concorso di pittura delle Colonnette (che prendeva il nome dalla calle di Venezia dove si svolgeva), ad esempio. Un premio al quale potevano partecipare solamente i ragazzi dell’Accademia di Belle Arti della città: e dal quale, una volta scelto il quadro vincitore, nasceva il manifesto del Carnevale di Venezia che lo raffigurava. E l’Ombralonga, una maratona non competitiva che attraversava Venezia passando attraverso i suoi vicoli, le sue strade. Su tutte queste manifestazioni aleggiava la figura di Paolo Zancopè, il suo volto sorridente ed irridente, i suoi occhi vivacissimi e brillanti di una genialità diffusa, senza tempo. Uomo intelligentissimo, di grande cultura, originale ed estroverso: ed una persona buona, piena di iniziative, di idee, di risorse umane. Che sapeva davvero godersi la vita, oltretutto.
Se è vero, come scrive Prévert, che bisogna cercare in ogni modo di essere felici, se non altro per dare l’esempio, beh, Zancopè ci ha provato. Nel suo cuore, umido di sentimenti e di emozioni, l’allegria non costituiva la ricetta contro il male ed il dolore: ma un modo di essere, di vivere, di cavalcare la vita. La nostra amicizia nacque in quegli anni: e continuò, insistente e vogliosa, per tutto il tempo a seguire.
Allora vivevo a Venezia vicino a campo Santo Stefano: e la città la vivevo e la assorbivo in tutti i suoi significati, in ogni suo valore, nella sua magica, ineguagliabile, sincera bellezza. E Zancopè ne interpretava l’originalità e la voglia di vivere.
«Avrebbe potuto insegnare a tutti come godersi la vita!» disse una volta un comune amico. Io non lo so, non mi chiedo se questo fosse giusto o possibile. Ma di sicuro quando sfoglio i miei ricordi e, sfogliando, sfogliando, arriva lui, nel mio cuore e nel mio animo, le pagine di questo grande libro svolazzano via confuse, irridenti, piene di vita e di confusione, di gioia e di piacere: come se un vento caldo ed amico, il vento di Zancopè, le buttasse all’aria. Se il vino scorreva come un fiume in piena, la voglia di vivere e l’ironia, il disincanto e le speranze ne erano gli affluenti. Zancopè è stato un personaggio per cui le parole non bastano: ci vorrebbero, insieme, la musica, le poesie, la materializzazione di quei sentimenti e delle emozioni che la sua figura evoca ancora. Oggi sopravvivono molte iniziative nate o abbozzate allora. E l’Ombralonga è, forse, quella che ai giorni nostri le caratterizza meglio. Eppure, la sensazione che provo nel ricordare quei tempi, è di speranza. Di grande speranza. Perché si possa tornare a vivere, con lo stesso spirito, ogni iniziativa, ogni idea, ogni manifestazione che la nostra terra sappia mettere in piedi.
«Quando si fa sera, il racconto dei ricordi prevale su quello delle speranze» dice il mio amico scrittore. Ma nel mio cuore, mentre penso a Zancopè, all’Ombralonga, al Carnevale ed a quel periodo, la speranza ha un altro ruolo. Non soggiace al peso dei ricordi. Ma è il motore, semmai, per fare altre cose, per realizzare altre idee: per far nascere ricordi che debbono ancora essere vissuti.
Il miglior modo per dare onore e lustro ad un periodo straordinario della nostra terra ed ai suoi uomini.
E per far sì che le speranze prevalgano sui ricordi.
* Imprenditore, titolare della Casa Vinicola “Collavini” di Corno di Rosazzo (Udine), deputato al Parlamento italiano