Festa Barona

Ultima sera di Carnevale
nella Venezia del Settecento

Circolo de I Antichi - Carnevale 2015 - Festa Barona - Ultima Sera di Carnevale nella Venezia del Settecento

★ con la partecipazione straordinaria di ★
★ Norberto Midani ★
★ in «Casanova per Anziani» ★

Premi alle Migliori Maschere
Buffet a tema
Fritelle alla Veneziana
Vini Bottega - Spiriti Alexander



Contributo per Persona € 60
Solo su Invito e su Prenotazione

Compie trent'anni la classica reinvenzione de I Antichi di una carnevale di campiello veneziano. Nel Circolo de I Antichi all'uopo arredato I Antichi presentano il loro più amato classico di Carnevale.
Da Storia de I Antichi:

«1985 - Festa Barona - Qualcuno l’ha definita «la più grossa sorpresa» del Carnevale di Venezia 1985. Altri hanno parlato di «festa vietata ai minori», altri ancora di «Settecento a luce rossa». La Festa Barona, andata in scena giovedì 14 febbraio in campiello Pisani, è stata il vero clou del Carnevale. Una «festa birichina» a lume di candela, che ha riportato in vita il Carnevale di Venezia del 1750, con la città tornata per una sera a popolarsi di personaggi famosi come Giacomo Casanova, Giorgio Baffo, Francesco Guardi, Carlo Goldoni, Gaspare Gozzi, Marina Querini Benzon, Giovanni Battista Manuzi, e di altri curiosi e stravaganti interpreti, nella magia di un campiello veneziano di duecento anni fa. Con cartomanti, bari, burattinai, musici, cantanti, cantastorie, ballerini, ciarlatani, funamboli, odalische, dottori, cavadenti, pescatori, maschere, tricorni, libri, stampe, un antico banco del vino ricostruito dalla pregiata casa vinicola Collavini di Corno di Rosazzo (Udine) e antiche pietanze veneziane. «Quel luogo unico e sconosciuto, benché lì a due passi dalla strada di tutti i giorni, che è campiello Pisani dietro Santo Stefano – ha scritto Sandro Comini su «Il Gazzettino» del 15.2.1985 – gli Antichi lo hanno mascherato da Venezia settecentesca, con le torce e le candele, per una festa «barona», come dire un po’ gaglioffa e un po’ birichina, in compagnia di Giorgio Baffo e di Giacomo Casanova, ultimi eroi vitalisti di un mondo già sull’orlo del razionalismo dei Lumi. Eros parlato quello di campiello Pisani, eros comunque, chiave di irrazionalità, eppure ingannevole e sfuggente, ambiguo quanto la maschera». «Gli Antichi, grazie ad una regia abilissima e discreta – ha raccontato Toni Jop su «L’Unità» del 17.2.1985 – sono riusciti in campo Pisani a ricreare un angolo credibilissimo e gustoso della Venezia del Settecento, un’idea geniale che si candida come il migliore tra i molti suggerimenti prodotti dai vari soggetti della festa per le prossime edizioni del Carnevale. Abolita l’illuminazione elettrica, la grande scena è stata rischiarata da una quantità di torce che da sole hanno inventato un’atmosfera insospettabile e affascinante: banchi per la mescita del vino serviti da osti in costume, bande di giocolieri e gigioni da strada che improvvisavano scenette d’altri tempi, cantastorie, teatrino di pupazzi, giochi d’azzardo, cortigiane e prostitute mescolate tra la folla: peccato sia durata una sola sera».

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