1983

Venezia proibita, per dieci giorni, a chi non ha una maschera sul volto. È la “regola” imposta per il Carnevale del 1983 dalla Compagnia de Calza «I Antichi», che intitola appunto Mascarar, cioè mascherarsi, il proprio Carnevale, e distribuisce mille diplomi alle maschere più belle. La Compagnia torna in campo San Polo dove mette in scena il Gran Balo Serenissimo de l’Amor Venexian, il Gran Balo de l’Amor e de la Morte con Renè Clemencic, e El Ritorno dal Katai. Inoltre presenta alla chiesa di S. Stae una Asinaria Festa, organizza a Palazzo Grassi un convegno su Giorgio Baffo, festeggia a S. Lucia l’arrivo del treno di Marco Polo, assalta Chioggia per La beffa dei veneziani, e chiude il Carnevale con un brindisi su un brigantino ormeggiato alla Salute. In aprile la Calza si costituisce ufficialmente come «Comitato Promotore del Carnevale di Venezia», in giugno organizza la Festa di S.Pietro di Castello, in ottobre presenta un bizzarro Vocabolario segreto di terminologia medica, e nello stesso mese annuncia già il suo programma per il Carnevale dell’84.